Lesioni infiammatorie e stenotiche nella malattia di Crohn. Correlazione istologica con risonanza magnetica – Poster – Società spagnola di anatomia patologica

Introduzione: La valutazione dell’attività nella malattia di Crohn (CE) è importante per l’ottimizzazione delle strategie terapeutiche. La differenziazione tra lesioni infiammatorie e stenotiche è decisiva, perché il primo risponde bene al trattamento medico, mentre quest’ultimo richiede un intervento chirurgico. L’attività nella CE si basa su una combinazione di reperti clinici, biochimici, endoscopici e radiologici che non sono sensibili a determinare l’attività infiammatoria intestinale e non differenziare tra infiammazione e stenosi. La risonanza magnetica Imaging (RM) è molto sensibile e specifica nella valutazione della CE nell’intestino tenue. La capacità di differenziazione tra attività e fibro-elecenosi della risonanza magnetica non è stata studiata, poiché sono entità che possono sovrapporsi. Nei pazienti con sintomi refrattari, le decisioni terapeutiche si basano su diagnosi istologiche. Proponiamo di integrare i dati istologici con la risonanza MRI-Imaging come biomarcatori di attività in CE.Materiale e metodi: il preoperatorio RM è stato eseguito in 27 pazienti con CE selezionato per la resezione chirurgica. La risonanza magnetica valutata: spessore del muro, intensità del segnale pre e post contrasto e aumento relativo del segnale con contrasto, presenza di edema e stenosi della luce. Sezioni istologiche della stessa area tinte con lui è stato valutato. Lo spessore del muro, del sottomaruciso, della percentuale dei componenti infiammatori e fibrosi nella mucosa e della sottomucosa (macchie tricrome masson e reticolari), l’edema sottomucosa e la vascolarizzazione (CD31). Risultati: casi con predominanza infiammatoria da parte aveva un post di segnale più intenso contrasto iniziale da MRI che il fibroenestenetico (P = 0`009). Lo spessore della sottomucosa è stato correlato con lassio positivo o fibrosi iniziale per la reticulina (p = 0`007), con una maggiore tendenza vascolarizzazione (CD31). I casi fibrostanotici avevano uno spessore della sottomucosa inversamente correlato con la cattura iniziale di contrasto di RM. L’infiammazione mucosa correlata inversamente con lo spessore e la fibrosi sottomucosa (p = 0`007). La fibrosi stabilita (Trichromic) non ha catturato il segnale ritardato (P = 0`038) .Conclusioni: c’è una correlazione di lesioni istologiche con l’immagine di risonanza magnetica che è in grado di differenziare tra lesioni fibroblastiche e infiammatorie. MRI può avere un ruolo decisivo come biomarcatore nel trattamento della CE.

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