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Bill Wild

Direttore: Walter Hill

GUIÓN: Walter Hill

intérpretes: Jeff Bridges, Ellen Barkin, John Hurt, Diane Lane, David Arquette, James REMAR, Bruce Derna, Christina Applegate, Keith Carradine, James Gammon, Marjoe Gortner, Karen Huie, Steve Reevis, Robert Knott, Robert Knott, Pato Hoffmann, Patrick Gorman, Lee de Broux, Stoney Jackson, Stoney Jackson, Robert Peters, John Dennis Johnston, Loyd Calett, Janel Moloney

Música: Van Dyke Parks

Fotografie: lloyd Ahern

Eeuu. 1995. 98 minutos

“los héroes no deberían morir.

LA MORAL DE TODA LA COMUNIDAD QUEDA POR LOS SUELOS. “

Charley Prince

la fantasmagoría y la leyenda

obra ubicada en los años de desciabro de walter hill, por la que el autor siempo speciale apego y al mismo tiempo un De los más sonoroos fracasos en el box-office de su trayectoria (Tuvo Un Presupuesto de 30 milloni de dólari, y recaudó … ¡Sólo 2!), Bill wild no se cuenta entre los títulos más recordos del regista, pero en cambio sí merecería ESTAR EN UNDUAL BREVE LISTADO DE LOS MÁS Idiosincrásicos, más reveladores de su personalidad, y más logrados. Direttore Cuya Querencia por el western se ubica más allá de su práctica -mucho se ha hablado ya de los lazos del cine de hill con ese género reflejadas en sus MANERAS A LA HORA DE ABORDAR OTROS, COMO E l cena deción-, con fattura selvaggia Volvía A Dar Rienda Suelta A Esa Mirada, Entre Revisionista Y Fascinada, Que Iniciara Tres Lustros Antes con Forajidos de Leyenda (1980) Y Que, Poco Antes de la Realización del Título Que Nos Ocupa, Había Proseguido con Gerónimo, UNA Leyenda (1994). El Sonoro Fracaso Lo Alejaría del Género -y Bien Bien Le Condenaría al ostracismo en términos Absolutos-, Pero Hill Logría Redimirse Casi Una Década Destués y en el Ámbito televisivo, firmando dos obras de prestigio -y para culios sus me mejores westerns-: el piloto de la Excelente Serie Western de David Milch Deadwood (2004), y la mini-Serie de dos Capítulos Los Protectys (Trail rotto, 2006).

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amante del anclaje en los mitos y folclore del universo western, trans acercrarse a la mítica de los hermanos james y younger y hobnos del célebre jefe apache, le llegó el Turno A Otro Personaje Ques Necesita Presentación Entre Cualquier Amante del Género: James Butler Hickok (1837-1876), Más Conocido Como Wild Bill Hickok, Explorador, Aventurero, Jugador, Pistolero Y Alguacil de los Estados Unidos, u n personaje Asociado Como Pocos al romanticismo del viejo oeste ya quien precisamente en las últimas décadas del siglo pasado se le dedicó una extensa bibliografía, oro ensyo o novela, costante inclusi una apación del mismimo richard matheson, le memorie di wild bill hickok (1996) . Hill Quiso Aportar Su Visión Sobre El Personaje A Travón De El Persenaje, Que, Basada en labra Teatral de Thomas Babe Padri e figli (1978), Rinde Homenaje A Esa Condición Espectral del Personaje, Entre La Realidad Y La Mítica Que Le controppie Antaño en El Primer Héroe de la Dime Novel del Oeste. Sizi selvaggio Bill Pagó el Peaje del Fracaso Comercial, Debare Decase Que El Mismo Personaje Redimió Al direttore, Pues en El Citado Piloto de la Serie Deadwood Walter Hill Regresaría A Aquel Imaginario, Lugar y Personaje (Siedo Curiosamente Entacnado Por Keith Carradine, quien fuera Uno de los hermanos younger en forajidos de leyenda y nada menos que buffalo bill en esta wild bill) parla filmar acontecimientos semejantes desde otra, complementia, prospectiva.

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los términos de evocación del film, la mirada embeleda, sedifican desge todos los freces posibles, yendo más allá De Diversos Conceptos Explorados en sus dos anteriores obras del género y alcanzando una frontera que, en sus vertines obras televisivas, reconduciría a la búsqueda de realismo espositivo. La Evocación Se Hace Pattente Desde El Arranque, Que Nos Ubica en Eltierro del Personaje, Y Donde Vemos A Sus Dos Amigos, Charley Prince (John Hurt) Y Calamity Jane (Ellen Barkin), Prestos A Narrar La Historia Según La Fórmula de Los Sucesivos Flash-Backs.L’evocazione si trova nelle decisioni estetiche, nelle scommesse monocromatiche, a volte in seppia, altri nei toni terrosi, o in bianco e nero saturato, con intenzioni che possono coprire sia il nostalgico che un aspetto fantasmagorico. E l’evocazione (e la nostalgia e il fantasmagory) sono anche rilevati nella struttura episodica, nella certezza di introdurre episodi frammentari che costituiscono il mosaico grande e inconcludente che il mitico occidentale ci ha lasciato dal personaggio, compresa una retrospettiva auto-cosciente di tutti Questo, nella sequenza in cui vediamo Hickok con Bill Bill in un tour teatrale relativo alle sue stesse gestazioni.

Tale pratica, che i personaggi si accumulano per vivere le leggende prima del pubblico, come stravagante come vero, è stato citato anche da Andrew Dominik nell’omicidio de Jesse James dal Coward Robert Ford (2007), dove Ford (Casey Affleck) interpretato prima del pubblico la sequenza dell’assassinio del fuorilegge. Il titolo di Dominik ha rapidamente acquisito la categoria di culto, ma nulla è stato menzionato tanto quanto quel lavoro dovuto al conto selvaggio. Le sue forme più sofisticate, anche affamate, non avrebbero dovuto impedire a vedere che le intenzioni narrative erano molto identiche: tensionando la storia tra la demistificazione che il personaggio stesso propone dalla sua vita (lì Gesù James ha incarnato Pitt; qui un Bill Hickok, Jeff Bridges, afflitto dai mali nel corpo -raches di glaucoma e lo spirito, alcolizzato e taciturno, e che vaga solo di notte tra i vicoli Deadwood alla ricerca della ricetta artificiale dell’oppio nei fumatori cinesi) e la necessità di esplodere la legenda che scopre intorno a lui , in una comunità bisognosa di riferimenti, eroi, e che esagera sempre la storia delle sue gestazioni.

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Nonostante parte da un materiale alieno, la collina si distanze da un po ‘sull’interesse narrativo in quella natura di Hickok come una personalità espansiva così propria per immaginare Io Western, questa è la tua condizione leggendaria, che come abbiamo sottolineato è una condizione con cui il personaggio non è comodo, forse perché è l’unico consapevole della differenza tra l’epopea del mitico e il patetico della realtà. Come il resto del genere consacrato per collina, il conto selvaggio è caratterizzato da un’attenta direzione artistica, per la sua generosità nella sua ricreazione della faccia atmosferica occidentale, e per una buona caratterizzazione: non importa quanto sia stato criticato, Jeff Bridges è Grande sulla pelle dura, ma tormentata, da Bill Wild, e tra i comparsas della storia troviamo interpretazioni ugualmente nomi dei nomi come quelli del ferito, Barkin, Diane Lane, Bruce Derna, James Gammon, Marjoe Gortner o David Arquette, quest’ultimo Quella compone Splendidamente Jack McCall, il giovane disorientato e corroso dallo odio che cerca Hickok per ucciderlo, perché è responsabile per i mali che si sono conclusi con la vita di sua madre, vecchio amante del conto. In sintonia con questo sforzo nella disposizione dei pezzi che danno una veridicità alla storia, la collina si avvicina al mitico violento e arbitrario dell’ovest con sequenze spesso caratterizzate dalla sua cinetica e dalla sua forza esplosiva, anche dalla sua brutalità e rugosità, che in Le migliori occasioni hanno la considerazione di una nota lirica affilata, una certa poetica.

Ma a tutto questo Bill Wild aggiunge che l’ultimo atto (ultimo terzo del breve filmato) in cui l’ineluttabile, l’omicidio del personaggio, atto girato con assoluta convinzione, e dove la collina I modi secchi non ridono con una profondità lirica che va d’accordo con l’evidente onere di astrazione. Merced di questo eccellente culminazione della storia, il film riesce a trascendere il problema abbastanza abituale delle opere di Hill, un regista che, gestire storie in termini esuberanti, spesso non presta attenzione alla coesione interna di ciò che narra, perdendo facilmente nel aneddoto o digressione, e da attraente che questo è, paga il prezzo della dispersione, la mancanza di concrezione e intensità che l’intero deve tesoro. Tale deficit, ben plausibile dall’altra parte le fuorilegge stimative della leggenda (e in generale nel cinema di Walter Hill, anche extramuro occidentali), qui è mitigato melced della capacità introspettiva della storia, di assorbente crescendo e una bellissima fabbricazione. Review Oggi Wild Bill vi invita a sfumatura i soliti commenti sul cinema di Hill dopo i tuoi primi e reputabili titoli.Invita a ripensare al fatto che ha sempre offerto opere deconcensate nella sua essenza, di virtuosismo a volte mal riuscito nell’efficacia di una mancanza di concrezione, o forza, in un’esposizione drammatica. Bill wild, in risposta a questi tubi, poco ha fatto degli effetti, nulla di luce, chiassosa o sproporzionata, e sì molto introspettiva e armoniosa nel suo tono, deliberatamente languido. E se lo proponiamo in specifico Bill Western Western, Wild Bill meritava nella sua giornata di maggior successo che aveva e continua ad essere salvato dall’oblio; Da un lato, come è stato suggerito in relazione al film Andrew Dominik, perché ha stabilito linee di influenza, indipendentemente da quanto sia stato immerso; Dall’altro, anche se in relazione a quanto sopra, perché alla sua data era un lavoro che ha difeso con chiodi e denti la sopravvivenza delle ragioni universali del Western. Sebbene forse oggi il genere è in forma migliore, è spesso usato dalla piattaforma postmoderna o artificiale, citando connessioni intergenali o altre probabilità che a volte derivano da interessi e altri non lo sono. Il contributo della collina di Walter al genere, e forse con la bolletta selvaggia nel suo vertice, non ha mai provato a appropriarsi delle tasse per altri interessi, ma per mettere la lingua del suo tempo al suo servizio, patrimonio classica e allo stesso tempo provemente provemente irrefutabile di amore che l’autore ha sempre professato per il genere per eccellenza del cinema americano.

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