Un’iniezione contro il cancro alla prostata


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Testato nei topi

Gli scienziati britannici dimostrano che la molecola può essere bloccata che facilita lo sviluppo del tumore con un farmaco iniettabile

aggiornato: 12/11/2014 09: 35h Salva

Una volta che i 50 anni sono soddisfatti, il cancro alla prostata appare all’orizzonte delle possibilità di tutti gli uomini, specialmente se c’è una storia familiare. Da quell’età, si consiglia di subire test urologici di controllo per il primo rilevamento della malattia, che rappresenta il secondo tumore più frequente tra gli uomini.

In Spagna vengono diagnosticati ogni anno 25.000 nuovi casi. Nel Regno Unito, 10.000 pazienti muoiono annualmente dal disturbo. Gli scienziati britannici delle università di Bristol e Nottingham dicono di aver trovato un modo per fermare lo sviluppo della malattia. Il suo trattamento consiste nel bloccare la molecola SRPK1 con iniezioni, essenziale per la crescita dei tumori. Nelle prove con i topi di laboratorio hanno già fatto e credono che il momento di “essere in grado di spegnere il cancro alla prostata con un’iniezione”.

Gli scienziati hanno iniettato i topi tre volte a settimana con un farmaco per fermare l’azione Della molecola SRPK1, e secondo “The Daily Telegraph”, il trattamento è risultato e la progressione del cancro è stata fermata. I tumori hanno bisogno di un costante contributo di nutrienti del sangue arricchito per crescere ed espandersi, e tale processo non può essere completato senza la partecipazione della molecola citata, che consente al tumore di formare nuovi vasi sanguigni.

utile di fronte ad altri tumori?

“I nostri risultati indicano un nuovo percorso per trattare i pazienti con cancro alla prostata e potrebbero anche servire per altri tipi di cancro”, afferma David Bates, di Il team di divisione Cancer dell’Università di Nottingham. Si ritiene inoltre che il trattamento possa aiutare a far fronte alla degenerazione maculare, che causa il modo più comune di cecità.

Attualmente il cancro alla prostata è trattato con un intervento chirurgico, esaltando la ghiandola, con la terapia ormonale e con la radioterapia, attaccare le cellule tumorali. Ma sono trattamenti ancora aggressivi, con effetti indesiderati, come l’incontinenza urinaria e l’impotenza.

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