La società di ingegneria giapponese Shimizu Corporation ha presentato un progetto per la costruzione di una città sottomarina. La città, che avrebbe una capacità di 5.000 persone e 75 piani alti, cercherebbe di porre fine a uno dei grandi problemi di architettura in Giappone: mancanza di spazio. Infatti, la sua capitale, Tokyo, attualmente ferma il terzo prezzo più alto sul pavimento per metro quadrato dietro a Hong Kong e Singapore.
Così e secondo il piano di cui sopra, la città -a che ha chiamato a spirale dell’oceano – Inificherebbero essere costruiti nel 2035 e sarebbero profondi tre chilometri. Per quanto riguarda la sua distribuzione, sarebbe diviso in tre parti, la cui zona superiore sarebbe destinata a scopi residenziali, mentre la base sarebbe utilizzata per indagare ed esplorare nuove forme di raccolta delle risorse energetiche del fondo marino.
Nella parte più vicina alla superficie, si trova una sfera di 500 metri di diametro, dove sarebbe stato chiamato un hotel, un centro commerciale e alcune case. Una cupola galleggiante che sarebbe collegata al resto della città grazie a una spirale di 15 chilometri che consentirebbe l’immersione nella città sottomarina e, allo stesso tempo, servirebbe come un punto di ancoraggio.
Secondo i calcoli iniziali, rendendolo la realtà sarebbe 5 anni di pianificazione e un costo di 26.000 milioni di dollari (circa 23.000 milioni di euro). L’idea ha anche il consiglio dell’Università di Tokyo e delle scienze marittime e della tecnologia giapponesi (Jastec), sebbene Shimizu prevede di ottenere “finanziamento privato e governativo per materializzarlo”.
Questa iniziativa tuttavia non è l’unico che mira a risolvere la carenza di spazio, ma molti altri città hanno già edifici come il Capsule Toyer Nakagin – a Tokyo e costruito su capsule modulari – all’angolo-in Shiga e 261 metri quadrati e 7 piani in affitto – E il cast verde – che ha pannelli di fusione inclini, impianti di irrigazione nascosti e sistemi di ventilazione e case fino a una scuola -.